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All’inizio, gatti, cani e cavalli erano “in testa” in termini di comunicazione più confortevole, ma gradualmente tutto è cambiato sotto l’influenza di altri fattori, in particolare, come ritengono gli scienziati, sotto l’influenza del cosiddetto “buffering sociale”.
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Secondo questa ipotesi, per una persona è molto più importante la presenza dell’essere vivente in sé, piuttosto che la specie a cui appartiene. Di conseguenza, per una persona mentalmente sana in autoisolamento, non ha molta importanza chi le sta accanto: un cavallo, un cane, una cavia o un rettile esotico, ma la loro presenza ha un effetto positivo sul suo equilibrio mentale.